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con parole dolci e soavi di suo stato, e domandava lui
quanto tempo era stato in quello diserto, e perchè con
tanta penitenzia s affliggea; e colle parole, alquanto sor-
ridendo, gittava inverso il servo di Dio un pudico
isguardo; e parlando d una cosa e d altra parole piacevo-
li, come la diabolica malizia colla lingua femminile sapea
acconciare, a poco a poco verso di lui si venía appres-
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Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
sando; e toccando l aspro mantello e la cocolla ruvida,
ora le mani e le braccia, per la grande etade e per la lun-
ga astinenza vizze e magre e fredde, porgeva le mani in-
sino al petto e alla bianca barba. Averesti veduto quello
male arrivato parere contento di ciò ch ella facea e di-
cea, e aspettare ch ella facesse ancora più innanzi. E non
andando per tutte le parole, la innata concupiscienzia,
che nella vecchia carne e nell ossa aride era addormen-
tata, si cominciò a svegliare; e la favilla quasi spenta si
riaccese in fiamma; e le frigide membra, che come morte
giacevano in prima, si risentirono con oltraggioso orgo-
glio. Il misero, combattuto dentro, e di fuori intorno in-
torno assediato, e non veggendo nè ingegnandosi di ve-
dere suo iscampo, come già preso e legato, s arrendè; e
consentendo di fare il peccato, istese le mani e le braccia
per abbracciare quella figura fantastica: la quale súbito
sparì, e più nolla rivide. Rimase costui confuso e scorna-
to, e grande moltitudine di demonii su per la cella e in-
torno di lui, facendone beffe e strazio, dicevano: O
monaco, monaco, che poco è salivi in cielo, come se ca-
duto e rovinato e vilmente abbatutto, chè volesti fare co-
sa che a uno dimonio non sofferse il quore di patire!
Non potrai mai apparire tra gente nè levare gli occhi a
cielo. Ritornando il monaco a sè medesimo, compunto
e dolente, pianse e confessò il suo peccato, e Dio gli per-
donò; e rimase umiliato, il quale prima era superbo, di-
cendo col Salmista: Humiliatus sun usquequaque, Domi-
ne; vivifica me secundum verbum tuum: Io sono umiliato
da ogni parte; vivificami tu, Signore, secondo la tua pa-
rola. Non solamente ha Iddio a vile e in dispregio la su-
perbia, ma egli l ha in grande odio. Onde dice il savio
Ecclesiastico: Odibilis est coram Deo et hominibus super-
bia: La superbia è odiosa a Dio e agli uomini. Ed è que-
sto odio molto invecchiato; e però non agevolmente si
placa o si toglie: chè come cominciò la superbia, inco-
minciò l odio di Dio contro a lei; come dicea quella san-
Letteratura italiana Einaudi 193
Passavanti - Lo specchio di vera penitenza
ta donna Iudit: Superbi ab initio non placuerunt tibi; sed
humilium et mansuetorum tibi placuit deprecatio. Parlan-
do a Dio, dicea la donna santa: Infino al cominciamento
del mondo, mai non ti piacquono i superbi; ma sempre
ti piacque il priego degli umili e de mansueti. E avvegna
che molte sieno le cagioni di questo odio, delle quali è
già detto, tra l altre è una speziale cagione: e questa è
dessa, che il superbo non si vergogna del peccato suo;
anzi, ch è peggio, che spesse volte se ne vanta e loda; ch
è una cosa che molto spiace a Dio. Onde santo Agostino
dice: Niuna cosa dispiace tanto a Dio, quanto la testa al-
ta dopo il peccato, del quale l uomo si doverrebbe ver-
gognare e umiliarsi.
Qui si dimostra quali sono i segni che Dio abbia in odio la su-
perbia.
Segni molti dell odio di Dio contro alla superbia si
truovano nella santa Scrittura. In prima sono le molte
minacce che Dio fa contro a superbi. Onde dice Iere-
mia profeta, in persona di Dio: Ecce ego ad te, superbe,
dicit Dominus exercituum: venit dies tuus, tempus visita-
tionis; et cadet superbus et corruet, et non erit qui suscitet
eum: Ecco che Dio dice a te, superbo: verrà il dì tuo, e l
tempo della visitazione tua; e caderà il superbo e rovi-
nerà, e non sarà chi lo rilevi. E santo Iob, parlando de
superbi, dice: Si ascenderit in cSlum superbia eius, et ca-
put eius nubes tetigerit, quasi sterquilinium in fine perde-
tur: Se sârrà in cielo la superbia e il capo suo toccherà i
nuvoli, finalmente come uno letame si disfarà e perderà.
Onde Isaia, in persona di Dio, dicea minacciando: VS
coronS superbiS: Guai alla corona della superbia. E in
più altri luoghi della Scrittura terribilmente gli minaccia
Iddio, a dare a intendere in quanto odio egli abbia la su-
perbia. Il secondo segno che Dio abbia in odio i super-
bi, si è che sottrae e toglie loro l aiuto della grazia sua.
Letteratura italiana Einaudi 194
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Ed è cosa molto giusta e ragionevole: però che, come
agli umili dà la grazia perchè riferiscono ogni gloria in
Dio, dicendo col Profeta: Non nobis, Domine, non no-
bis, sed nomini tuo da gloriam: Non a noi, Signore, non a
noi, ma al nome tuo dà la gloria; così a superbi toglie la
grazia, perch egli tolgono la gloria a lui, e indegnamente
l attribuiscono a loro. E non solamente sottrae loro
l aiuto della grazia, ma, come dice santo Iacobo, resiste e
contrasta loro; onde non possono avere speranza niuna
di salire in cielo, nè d avere gloria, tolta loro la grazia,
per la quale si perviene alla gloria. E non abbiano fidan-
za veruna perchè Dio gli permetta in questa vita salire a
stato d alcuna dignità o d onore; ch egli il fa perchè cag-
giano, e abbiano maggiore stroscio, e sia maggiore e più
grave la ruina loro. L altro segno dell odio d Iddio con-
tro a superbi si è, che, con ciò sia cosa che gli altri pec-
catori Iddio punisca misericordiosamente, solo i superbi
punisce e danna con rigore di giustizia aspramente. On-
de il Salmista dice: Retribuet abundanter facientibus su-
perbiam: Iddio renderà abondantemente, a buona misu-
ra, tormento e pena a coloro che fanno la superbia; cioè
ch adoperano con superbia. E ciò si dimostra più aper-
tamente nel libro della Sapienza, dove si dice: Exiguo
conceditur misericordia; potentes autem potenter tormen-
ta patientur: All uomo piccolo e umile si concede miseri-
cordia; ma i potenti superbi potentemente e gravemente
averanno a sostenere i tormenti. L altro segno che Dio
ha in odio la superbia si è, che l uno e l altro avvenimen-
to di Cristo è contro alla superbia. Il primo avvenimento
fu contro alla superbia per sanarla collo essemplo della
sua umiltà e collo mpiastro della sua passione. Onde di-
ce santo Agostino: Per lo grande peccato della superbia,
Iddio umile venne nel mondo. Questa grande infermità
dell anime trasse di cielo lo onnipotente medico, e infi-
no alla forma del servo l umiliò a essere schernito e stra-
ziato, e in sul legno della croce confitto e passionato lo
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